L'insufficienza venosa si verifica quando una vena subisce un’alterazione della sua struttura per cui le valvole non si chiudono più correttamente. L’incremento della pressione venosa, conseguente all’incontinenza valvolare determina, negli arti inferiori, la comparsa di vene superficiali dilatate e tortuose dove il flusso sanguigno è invertito e la cute soprastante è spesso sottile ed arrossata, comunemente chiamate "vene varicose".
Le varici sono una delle malattie più diffuse a livello mondiale,la cui conoscenza risale già a millenni orsono
Maggiormente colpite sono le popolazioni occidentali ed i soggetti di sesso femminile con un rapporto femmine/maschi di 3/1. L’età svolge un ruolo importante. In Italia si stima che siano interessati il 7–35% degli uomini tra i 35-40 anni ed il 15–55% di quelli oltre i 60; il 20–60% delle donne fra i 35-40 anni ed il 40–78% oltre i 60 (Soc. IT. di Flebologia).
La predisposizione familiare influisce nell’85% dei casi di insorgenza della malattia varicosa, ma determinante risulta mantenere per lungo tempo posizioni statiche, siano esse sedute od in piedi, come avviene in numerose attività quotidiane e/o professionali, ma anche l’obesità, le gravidanze, l’uso di contraccettivi, le terapie prolungate con farmaci cortisonici, ecc.
Fattori favorenti sono la sedentarietà, l’esposizione prolungata al sole od a fonti di calore, la stipsi cronica, pregressi processi infiammatori (flebiti) o trombotici (trombo-flebiti), la cellulite. Malformazioni anatomiche o funzionali della pianta del piede o della caviglia, siano esse congenite o conseguenti a traumi o fratture oppure l’uso di calzature inadeguate, possono compromettere l’utilizzo della “pompa plantare”, costituita dall’arcata venosa superficiale e profonda del piede, che ad ogni passo genera il primo impulso al ritorno venoso, e della “pompa muscolare”, rappresentata dalla funzione dinamica dei muscoli del polpaccio, che ad ogni contrazione lo trasmette verso la coscia ed il cuore.
Le varici riguardano sia il territorio della Grande (o safena interna) che della Piccola Safena (o safena esterna) che sono i collettori principali di scarico del sistema venoso superficiale dell’arto inferiore, collegate con vasi comunicanti con il circolo venoso profondo, o circolo principale.
Le varici più piccole (varici reticolari) o i capillari (teleangiectasie) sono limitate al derma e possono realizzare reticoli antiestetici di colore blu-rossastro spesso con una zona centrale più dilatata che si ramifica in vasi sempre più sottili. Le varici più grandi, sottocutanee, appaiono tortuose e dilatate e sono facilmente palpabili. Possono interessare la gamba più frequentemente della coscia e portare nel tempo alla comparsa di pigmentazioni cutanee, ipodermiti ed eczemi, specie se associate a fenomeni infiammatori (flebiti e/o tromboflebiti) con gonfiore acuto o cronico delle gambe e delle caviglie, fino alla comparsa di fibrosi ed ulcerazioni della cute (Classificazione CEAP dell’American Venous Forum, universalmente accettata). Talvolta possono andare incontro a sanguinamento, anche in seguito a piccoli traumi, per rottura delle pareti diventate estremamente sottili e fragili.
I sintomi clinici più frequenti sono rappresentati dalla pesantezza e dalla stanchezza delle gambe, che nelle prime fasi della malattia regrediscono con il riposo e lo “scarico” notturno. Se non curati questi sintomi possono diventare persistenti ed associarsi a crampi notturni con sensazioni di calore o bruciore, edemi declivi in particolarmente alle caviglie ed alle gambe, prurito e dolore, fino alla difficoltà alla deambulazione.
Le manifestazioni di un disturbo circolatorio, come l'insufficienza venosa, sono un disturbo molto diffuso che può incidere sulla qualità della vita, non si tratta di malattie pericolose, ma possono diventare croniche progredendo nel tempo e aggravandosi, come si possono curare?
Viene considerata la tecnica più moderna e sicura per il trattamento delle varici degli arti inferiori.
Consiste nell’inserimento nella vena malata, attraverso un piccolo catetere, della sonda Laser che rilasciando energia termica a bassa emissione, ne determina il surriscaldamento e quindi la trombosi e la cicatrizzazione.
La vena ormai chiusa viene a poco a poco riassorbita tanto da non essere più visibile all'ecodopler a distanza di due anni.
Si tratta di una procedura ormai largamente in uso nel trattamento degli inestetismi cutanei, rappresentati dai capillari e dai piccoli vasi superficiali dilatati. Si basa sull'iniezione di un liquido irritante (sclerosante), che causando una infiammazione della parete dei piccoli vasi, ne determina la trombosi e la sclerosi con il risultato finale del riassorbimento e la scomparsa del vaso. L'utilizzo del liquido sclerosante portato a schiuma consente di trattare vasi di maggiori dimensioni come le varici ed anche le safene.
Il sistema si basa su un catetere che viene inserito nella vena ed un dispenser che spinge all’interno della vena la colla (cianoacrilato).
A contatto con il sangue e la parete venosa, il cianoacrilato diventa solido determinando l’adesione reciproca della parete interna della vena e portando così all'arresto del flusso nella vena.
Il Vena Seal ha il vantaggio che non richiede anestesia, se non locale nel punto di introduzione del catetere.
Viene considerata la tecnica più moderna e sicura per il trattamento delle varici degli arti inferiori. Consiste nell’inserimento nella vena malata, attraverso un piccolo catetere, della sonda Laser che rilasciando energia termica a bassa emissione, ne determina il surriscaldamento e quindi la trombosi e la cicatrizzazione. La vena ormai chiusa viene a poco a poco riassorbita tanto da non essere più visibile all'ecodopler a distanza di due anni.
Si tratta di una procedura ormai largamente in uso nel trattamento degli inestetismi cutanei, rappresentati dai capillari e dai piccoli vasi superficiali dilatati. Si basa sull'iniezione di un liquido irritante (sclerosante), che causando l'infiammazione della parete dei piccoli vasi ne determina la trombosi e la sclerosi con il risultato finale del riassorbimento e la scomparsa del vaso. L'utilizzo del liquido sclerosante portato a schiuma consente di trattare vasi di maggiori dimensioni come le varici ed anche le safene.
Il sistema si basa su un catetere che viene inserito nella vena ed un dispenser che spinge all’interno della vena la colla (cianoacrilato). A contatto con il sangue e la parete venosa, il cianoacrilato diventa solido determinando l’adesione reciproca della parete interna della vena e portando così all'arresto del flusso nella vena. Il Vena Seal ha il vantaggio che non richiede anestesia, se non locale nel punto di introduzione del catetere.